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VII

Alla stessa

  Giá la febbre pallidetta
volse altrove il pigro volo,
giá dei Giochi il lieto stuolo
va muovendo l’agil piè.

  5Cinta il crine e il sen di fiori,
la Salute e i snelli snelli
suoi ministri ricciutelli
van scherzando intorno a te.

  Bella Fille, e tu, nel sacro
10d’erma cella orror profondo,
involar ti vuoi dal mondo,
involar ti vuoi da me?

  È che il cielo gl’indiscreti
non ascolta umani voti,
15e la cura lascia ai Noti
di disperderli nel mar.

  Giura ancora quel guerriero
di lasciar, s’è salvo, il campo;
ma dell’armi al primo lampo
20ei ritorna a guerreggiar.

  nocchier tra le tempeste,
se non resta in mare assorto,
giura ai numi, giunto in porto,
il suo legno abbandonar.

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