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32 | LA FARSAGLIA |
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De' Latin sagrificj in due si scioglie
Opposte fronti, e bipartita sorge
675Imitatrice de' Tebani roghi.
Allor crollò la Terra, e scosser l'Alpi
La mobil neve dall'antico dorso.
Il mar più gonfio ad inondar si spinse
L'Esperia Calpe e l'Africano Atlante.
680È fama che di pianto e di sudore
Stillasser sparsi i pattj Numi e i Lari,
E segnasser d'orror infausti augelli
L'aer maligno, e abbandonati i spechi
Si vedesser per Roma errar le fiere.
685Allor sciolsero i bruti umani accenti,
E mostruosi parti, e strani aborti
Sparser d'orror le madri, e per il volgo
Si van vulgando i vaticinj orrendi
Della Sibilla. I Coribanti e i Galli
690Squassando il capo, e con graffiate braccia
S'udivano ulular ferali carmi.
In flebil suono mormorar le tombe,
E allor pei boschi un tintinnio di spade,
E gran voci s'udiro, e spettri ed ombre:
695Fuggon gli abitator dal suol vicino,
E brancicando un affocato cerro
Colle viperee chiome all'aura sparse
Scorrea per Roma spaventosa Erinni;
Qual fu colei, che la Tebana Agave
700Armò di ferro, o dell'auster Licurgo
Torse la scure; o qual di Giuno ai cenni
Inorridir fe'l generoso Alcide
Reduce dall'Averno. Orride trombe
Squillar di notte, e il militar schiamazzo,
705Che s'ode in campo, le chere aure assorda,
E l'ombra apparía del feroce Silla