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favole per i re d’oggi 13

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IV.


CARITÀ


Standosene accovacciato in un fosso un lupo, ecco vide venir su per l’erta un fraticello, che andava lentamente e curvo, pesandogli un capretto morto che portava sulle spalle.

Allora il lupo, ridendo forte, saltò nel mezzo del viottolo incontro al frate, e sì gli disse: — Sangue di Giove! Or non direte più che son solo io a rubare i capretti! Siamo due. Allegro compare! Non credere che abbiamo ad essere nemici per questo: anzi tu mi darai ora mezzo di quel capretto e di ognuno che ruberai, e io farò altrettanto con te, e vivremo a questo patto fedeli, l’uno e l’altro.

— Che diamine vai tu bestemmiando — gridò il fraticello — nel nome santo di Dio! vecchio peccatore! Ma credi tu ch’io l’abbia rubato, questo capretto e sgozzato come fai tu da ladro e fuoruscito qual sei? Sappi che questo m’è stato dato per carità!...

— Carità? come hai detto? che cosa è questa ch’io non l’ho mai udita rammentare da che sono al mondo?!

— Ah! tu dunque non conosci la Carità, la divina

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