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favole per i re d’oggi 65

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XXXI.


LA GRANDEZZA


In un tacito angolo di cimitero, vicino ad un altissimo cipresso, fu piantato un giovane salice.

Come il Sole cominciò a calare, l’ombra del cipresso cresceva a dismisura e si distendeva come le altre sere, fin sull’ultime tombe: ma subito scorgendo vicino a sè la breve ombra del salice allungarsi per quel poco che poteva, sorrise e disse: Gran disgrazia invero, esser piccoli, povera figlia mia! io vorrei piuttosto morire che contentarmi di esser come te!

Il cipresso a queste parole: Taci sciocca, le gridò, che saresti tu se io non fossi?... tu sei l’ombra mia: e la tua Grandezza altro non è che l’ombra della Grandezza mia.

Il Sole, udendo, pensò che veramente così l’ombra come il cipresso erano opera sua e che della loro vantata Grandezza egli solo era la causa: ma, com’è solito fare, passò e non disse nulla.

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