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il fiasco del maestro chieco 113

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II.


Avevo in mente di lasciar presto Milano e di passare il luglio a Madesimo, ma conoscevo tanto il maestro Chieco e tanto poco il Tirolo, che forse avrei mutato piano, se quella bestia, secondo la quale, tra parentesi, a Milano neppur si fa un risotto senza il ragionàt, il ragioniere, mi avesse indicato meglio il suo Castel Tonchino o Catino o Tapino e la via da tenere. La lettera, per verità, aveva il timbro di Trento, ma era poco. Mi stizzii e non ci pensai più.

Otto giorni dopo ricevetti un’altra lettera con il timbro di Vezzano, dove una tale Purgher scriveva che il signor maestro Chieco, alloggiato nel suo albergo,

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