Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
120 | il fiasco del maestro chieco |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Fedele, ed altri racconti (Fogazzaro).djvu{{padleft:126|3|0]]
Invece, appena compiuta la sua toeletta, m’invitò a vedere «Castel Pulcino». Prima di tutto mi condusse in cucina vociando: — O Purganti, o Purganti del diavolo, dove siete? — E trovata, invece della Purgher, la servetta tedesca, incominciò a farle boccaccie, a gesticolarle davanti, a stordirla con un diluvio di schlicche schlocche, da cui la disgraziata doveva capire di preparar subito da pranzo per due; ed accennò d’aver capito tanto bene che Chieco la volle abbracciare prima di portarmi fuori.
Il castello non aveva proprio niente di raro, toltone la postura e quel cortile pittoresco; ma quando Chieco s’infatuava d’un luogo, lo sentiva da gran poeta fantastico, lo idealizzava con una potenza straordinaria.
— Questo è Castel Divino, capisci?