< Pagina:Fedele, ed altri racconti (Fogazzaro).djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
130 il fiasco del maestro chieco

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Fedele, ed altri racconti (Fogazzaro).djvu{{padleft:136|3|0]]tata, di udire un altro Ariele, altre voci confuse di spiriti. Possibile che la sera prima, a quell’ora, io stessi pranzando in Galleria Vittorio Emanuele? Mi pareva un sogno, mi sentiva una vaga commozione, una inquietudine inesplicabile.


V.


Il mattino dopo l’amico mio se n’andò a Cornano per tempo. Io vagai lungo il lago, e prese le zette dell’Imarò che fiancheggiano i precipizi in fondo a cui si rigira, per un bagliore di ghiaie, la Sarca verde, giunsi a veder là di fronte, fra montagna e montagna, un cocuzzolo bianco, il ghiacciaio della Tosa. A colazione ebbi con la signora Purgher un

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.