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142 il fiasco del maestro chieco

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In quel punto il canotto urtò la riva. Antonietta non parlò nè si mosse.

— Esci, se vuoi — proseguii tra l’angoscia e la speranza, giungendo le mani. — Proibiscimi di seguirti, di parlarti, ma credi!...

— Se non lo sapeva — interruppe Antonietta — perchè questa commedia?

Saltai a lei, le afferrai una mano ch’ella nè mi abbandonò, nè mi tolse, le raccontai con affannosa fretta quello ch’io pensavo allora essere uno scherzo di Chieco, le parlai del mio folle orgoglio distrutto dal dolore, dell’ardente speranza che mi riprendeva, della vita mia ch’era in sua mano, come anche l’anima, forse! Ebbro di gioia sentii quella mano cedere, cedere; potei stringere fra le mie braccia la dolce fidanzata che nulla, neppure la morte, potrà mai più interamente dividere da me.

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