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154 terzo intermezzo

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Se teme e non osa sul labbro salir
Un dolce sospir,
Se langue e non rien
La voce al desir
D’un fervido sen,
Desiri e sospiri a noi tocca dir.

Da i vezzi e gli arcani d’un mondo sì bel
Ogn’invido vel
N’è caro turbar.
Modestia crudel
Nol deve negar;
Siam aure innocenti, spiranti dal Ciel.

(Escono gli Zefiri)

DAMA (ballando)

Rida! Con la sua dama v’era lo sposo mio.

CAVALIERE

Il caso è assai bizzarro, ma rider non poss’io.

(Riverenze)

M’inchino a Lei, signora.

DAMA

Signore, a Lei m’inchino.
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