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eden anto 183

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— Cosa vuole che sentano? — gridò, infuriato, Marcòn. — Aspetti me.

E, posato il libro, si diede a mugghiare con il suo vocione bovino, assestando di gran colpi all’uscio fra una chiamata e l’altra, con la mazza. Ma la padrona stava al confessionale, dicendo male di suo marito; e la serva stava da un tabaccaio dicendo male del notaio Marcòn.

Non v’erano altre uscite. L’unica finestra guardava il cortile. Marcòn aperse, chiamò. Il cortile era deserto, nessuno rispose. Il notaio si voltò a Vasco, sbuffando.

— Non mi è mai toccata — disse — una cosa simile. Ella sta lì a guardarmi ma io devo andar via, capisce? Assolutamente! Ho affari.

— Senta — disse l’avvocato, immerso nella sua idea fissa. — Mi perdoni. Non sarebbe possibile ch’ella mi lasciasse adesso il libro onde io vi facessi inserire

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