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eden anto 187

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— Domando — replicò Marcòn — dov’è il libro.

Vasco alzò anche l’altra mano e ripetè:

Eden Anto.

— Oh, non scherzo mica, io, sa? — esclamò Marcòn; e data un’occhiata in giro per la camera senza scoprire libro alcuno, si accostò all’avvocato coi denti stretti:

— Non facciamo commedie! diss’egli. — Fuori questo Ariosto! Fuori subito!

— Ella — rispose Vasco — vuol avere un libro di quella fatta e non sa il greco? Ella vuole la fenice di Tiziano"? Eden Anto, signore; arse, arse con fiore.

Appuntò l’indice al fuoco e proseguì:

— Guardi là. Se vorrà la cenere...

Marcòn mise un grido soffocato alzando le braccia come gli mancasse il respiro, andò al caminetto, e giratosi subito a Vasco, fece due passi verso di lui

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