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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Fedele, ed altri racconti (Fogazzaro).djvu{{padleft:23|3|0]]
Mi me se inchiava i denti |
— I xe acidenti — osservò sorridendo donna Luisa Trézel con la sua solita finezza benevola e ironica insieme. — Chi sa — soggiunse sotto voce — che il signor Fogazzaro possa avere il versetto dalla sua Fedele.
Tutti risero e io mi seccai. Mi rimisi a giuocare con attenzione; poi, siccome Filippo non veniva a capo di nulla, mi alzai, gli accennai con la mano destra le prime battute dell’Aria di Chiesa.
— Mangio, signor Fogazzaro — disse il generale che non aveva mai tolto gli occhi dallo scacchiere se non per guardare di traverso, qualche volta, pianoforte e suonatore. La sua signora mi domandò se fossi in collera con lei. Non ero in collera, ma mi seccavano le allu-