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pereat rochus 243

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— Lei non s’incomodi — interruppe il Moro. — Lasci fare a me. Vada a scrivere, Lei. — Saltò giù dal focolare, accese un altro lume e lo portò nell’attiguo salotto che aveva le finestre a mezzogiorno, verso il cortile, mentre le finestre della cucina si aprivano a tramontana, sul lato posteriore del vecchio convento, dov’erano la cantina e il pozzo. Poi tornò lesto a spiccare, sugli occhi dell’attonito prete, una chiave appesa nell’angolo più buio della cucina, ne aperse un armadio a muro, vi alzò la mano sicura a un formaggio di capra, di cui don Rocco non sospettava neppure l’esistenza; tolse il pane in una credenza, il coltello in un cassetto della tavola.

Fu questa la terza o la quarta volta nella vita di don Rocco che il famoso cipiglio, per alcuni istanti, scomparve. Anche le palpebre restarono di battere.

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