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252 | pereat rochus |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Fedele, ed altri racconti (Fogazzaro).djvu{{padleft:258|3|0]] accese uno zolfanello sul braccio e don Rocco ebbe una visione della tavola, delle seggiole, del suo strano penitente prima che il buio tornasse più nero di prima.
— Ha veduto? — disse colui. — Adesso incomincio; dal peccato più grosso. Sono quindici anni che non vado a confessarmi, pure il peccato più grosso è questo, che ho fatto all’amore con quella brutta figura della Sua serva.
— Corpo di bacco! — fece don Rocco involontariamente.
— Se son pratico della cucina — continuò il Moro — è perchè sarò venuto qua cinquanta volte, la sera, quando Lei non c’era, a mangiare e bere con la Lucia. Lei forse si sarà anche trovato a mancare qualche lira...
— Non so niente, no, non so niente, no — borbottò don Rocco.