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pereat rochus 257

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Fedele, ed altri racconti (Fogazzaro).djvu{{padleft:263|3|0]] Condurre l’uomo in casa del prete; per il peccato, alla grazia. Che gran dono gli aveva fatto Iddio, a lui, l’ultimo dei preti della parrocchia, uno degli ultimi della diocesi! Un’anima così perduta, così indurata nel male! Gli venne scrupolo d’essersi lasciato rincrescer troppo l’inganno della serva, la perdita della tabacchiera. Inginocchiato al suo letto, recitò, battendo a furia le palpebre, una interminabile serie di Pater, Ave, Gloria, pregò il Signore, S. Luca e S. Rocco che lo aiutassero a diriger bene quella conversione, ancora immatura. Caspita, venire a confessarsi con una fila di moccoli e accusare più gli altri che sè? A don Rocco il cuore del Moro si rappresentò con una similitudine di cui si compiacque, tanto gli parve nuova ed evidente. Un frutto sano con una prima punta di putrefazione; ma tutto questo a rovescio.

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