< Pagina:Fedele, ed altri racconti (Fogazzaro).djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
262 pereat rochus

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Fedele, ed altri racconti (Fogazzaro).djvu{{padleft:268|3|0]]maestra. Là si perdeva. Non ne restava che un breve arco dall’orlo al mezzo della via, al labirinto di tutte le altre rotaie. Don Rocco non pensò lì per lì d’andare in cerca di qualche autorità per denunciare il fatto. Le idee gli venivano adagio adagio; e forse questa non poteva arrivare prima di mezzogiorno.

Tornò invece, meditabondo, a S. Luca. — Quei colpi! — diss’egli fra sè — quella sassata! Per fortuna il Moro era con me, allora; altrimenti si sarebbe sospettato di lui. — Ritornò alla porta della cantina, ne considerò minutamente l’uscio sconquassato, contemplò il posto della botte e, grattatasi alquanto la nuca, se n’andò in chiesa a dire un po’ d’uffizio.

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.