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282 | pereat rochus |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Fedele, ed altri racconti (Fogazzaro).djvu{{padleft:288|3|0]] mente a letto e non seppe mai a che ora avesse rincasato. Si rallegrò bensì il giorno dopo del felice mutamento operato in lei dagli atti religiosi, perchè non pareva più quella, era tranquilla, attenta, premurosa, parlava con soddisfazione della prossima partenza, del collocamento che don Rocco si riprometteva trovarle presso certo arciprete, suo conoscente; una promozione. Aveva poi degli ardori ascetici affatto nuovi. Quando don Rocco si coricava, lei andava in chiesa, vi passava ore ed ore.
E adesso, dunque, don Rocco aveva presa l’ultima cena nel refettorio dei frati, leggeva il breviario per l’ultima volta nella chiesetta di S. Luca, rustica, semplice e devota come lui, dal pavimento alle travi nere del soffitto. Aveva il cuore pesante, povero prete. Partire così dal suo nido, senza onore! Portare umiliazione