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316 | r. schumann |
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Prese le mie povere fatiche, le percorse con una rapida occhiata e susurrò quasi parlando fra sè e sè:
— Non capisco.
— Lei sarà stato sublime — mi disse l’ufficiale.
— Grande — gli risposi inchinandomi. — Sublime è stato il Suo silenzio.
La signora lesse:
il poeta e la dama
Il poeta
— Mia signora! Mia signora! Come può Lei sopravvivere a questo diabolico inverno?
— Mia signora! Mia signora! Non gela il Suo piccolo tepido cuore?
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