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— La scusi, per carità — mi sussurrò ansiosa. — Conosce Lei qui una signorina veneziana, bionda, che mi somiglia?
— Sì, la signora Fedele.
— Per carità, non la lasci parlare a papà, La supplico ad ogni costo! Glielo dica magari a nome mio. A nome della Lisetta, dica. Adesso no, adesso no, per carità!
Non si spiegò più di così. Partendomene con il signor Zuane, cercavo invano, fra me e me, di penetrare il mistero di dolore che avevo sentito prima nelle parole della Fedele, poi in quelle della signorina Lisetta; e mi pesava assai d’essermivi lasciato immischiare.
Non vidi bene lo Zuane in viso che all’Hôtel Brocco, davanti alle candele del piano, quand’egli aspettava, in piedi, che aprissero lo strumento, che ne por-