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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Fedele, ed altri racconti (Fogazzaro).djvu{{padleft:336|3|0]] giore sentimento, finezza ed effetto ch’io non saprei, quel vero nè sublime, nè basso, nè patetico, nè ridicolo, che si trova tutti i giorni in tutti i luoghi.

Avrei dei paesaggi quasi finiti. Ahimè, non c’è abbondanza d’altro in Italia. Il sentimento della natura, da dieci anni in qua, ce l’hanno tutti; ed hanno una ricchezza di tavolozza ch’io non possederò mai. Non ho cobalto, si figuri; come farò a descrivere un cielo che adesso paia tollerabile?

Come saprò io mettere in un volume i colori che altri oggi sa mettere in un sonetto?

Lessi di recente dei prodigi d’analisi ottica, degli spettri solari in versi. Cosa vuole che faccia io senza neanche cobalto? Chiudere, chiudere e vendere i miei paesaggi a peso di carta.

Io sono solito tenere un fiore sul mio tavolino.

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