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  Commosso egli sel vede,
E con dolce atto, umìle
La bianca man gentile
Bacia cadendo della bella al piede.

  155China la vaga testa,
E a lui disfiora il volto
Essa col crin disciolto
Che lungo scende sulla bianca vesta.

  Ei la si strinse al petto;
160Portò la mano ardente
Al fronte poi repente...
E in un balen si tolse al caro aspetto.

  Incontro all’uom sì forte
Parve il femmineo core;
165Ma or fa vendetta amore,
E cadde tinta del color di morte.




(1) L’Arcivescovo di Milano il quale affatto indipendente dal Sommo Pontefice gareggiava allora con lui non pure di potere e d’autorità, ma ancora nel mal vezzo di chiamare ad ogni istante in Italia principi stranieri d’ogni fatta e d’ogni sangue, sebbene quì non si trattasse d’un principe d’oltr’alpe.

(2) Ugone aveva disposata Marozia duchessa di Toscana e vedova di suo fratello Guido per consolidare il proprio col potere di lei e giovarsi della sua influenza che era grandissima nelle corrotte corti italiane.

(3) Adalberto figliuolo di Berengario e della regina Villa nipote di Ugone di Provenza.

(4) Questa è pure quella santa e leggiadra giovane che ne dipinge la storia in Adelaide di Borgogna.

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