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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Ferrero - La palingenesi di Roma, 1924.djvu{{padleft:149|3|0]] mo noi scriver la storia? Chi conosce un po’ quel che il Croce chiama il «mestiere storico» (l’arte, io direi) — sa che quasi tutti i documenti sono più o meno inquinati dalla passione.


5.


Anche questa dottrina della storia è un guazzabuglio di contraddizioni, in mezzo alle quali il pensiero del Croce cerca di reggersi e di camminare diritto; ma non può, che non sa dove va, barcolla e ad ogni passo incespica. La Storia è problema nel tempo stesso più semplice e più complesso che il Croce non pensi.

La Storia è l’applicazione letteraria di una facoltà dello spirito umano, poco o punto studiata sinora dagli psicologi e dai filosofi: l’intuizione. Che cosa è l’intuizione? È quella facoltà per cui noi indoviniamo gli stati d’animo dei nostri simili; i loro pensieri, i loro sentimenti, le loro inclinazioni, la loro indole, i loro propositi, le loro virtù, i loro vizi. Non c’è facoltà più comune e più preziosa di questa. La vita di tutti gli uomini, umili e grandi, dotti e ignoranti, ricchi e poveri non è, dalla mattina alla sera, che un esercizio ininterrotto di intuizione psicologica. Noi abbiamo sempre bisogno di indovinare quel che pensa, vuole, macchina, in quali disposizioni di

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