< Pagina:Ferrero - Meditazioni sull'Italia, 1939.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

meditazioni sulla storia d’italia 13

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Ferrero - Meditazioni sull'Italia, 1939.djvu{{padleft:32|3|0]]risarcirsi dei danni subiti, e siccome è abituato a mettere d’accordo il diritto e i bisogni, la legge e la forza, la sua coscienza è incapace di ricorrere alla violenza, senza ricorrere, per giustificarla a degli argomenti di diritto, cosí come di vedere il diritto violato senza trovar modo di giustificare la violenza.

Uno spirito sociale invece dotato dell’idea del diritto si rivolta d’istinto contro il Potere quando il Potere non rispetta il diritto nel dominio in cui la forza è esclusa. Non ammette accordo con un giocatore, che cambia d’un tratto a suo vantaggio le regole del gioco. Ma siccome manca di immaginazione, lo stesso uomo che lotta con tanto ostinato coraggio contro il potere quando esso ha violato il diritto, è incapace di concepire nuovi principî con cui abbatterlo e sostituirlo se lo giudica cattivo.

Io mi chiedo pertanto come un celebre storico del secolo XIX. ha potuto vedere nella rivoluzione francese una seconda edizione della rivoluzione inglese, mentre la prima è puramente conservatrice e la seconda puramente rivoluzionaria.


    [[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Ferrero - Meditazioni sull'Italia, 1939.djvu{{padleft:32|3|0]]

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.