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i tre amanti di bella 103

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Ciò non disse, pensò; poi proruppe:
  — Lionello,
Per la tua madre morta, per l’orror dell’inferno,
Per l’angelo custode che ti amica l’Eterno,
Giurami che fu un filtro che te la diè in balia,
Che un maleficio ha vinto la creatura mia,
Ch’ella è innocente...
  — Conte, rispose il giovinetto,
Non conobbi mia madre, l’inferno ho in gran dispetto,
Nè posseggo, ch’io sappia, amici in paradiso,
Da onesto cavaliere la contessa ho conquiso,
E or vi prego osservare che m’ho un ferro snudato,
Che il mio custode è questo, e che al trezzo gelato
Potrebbe irruginire. Ciò mi dorria da senno. —
I gondolier stemmati partono a un muto cenno,
E già nell’aria tacita sfavilla un altro brando.

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