< Pagina:Fiabe e leggende Emilio Praga.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

i tre amanti di bella 105

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Fiabe e leggende Emilio Praga.djvu{{padleft:109|3|0]]

E non son più due spade, son due lampi che guizzano
Or volano or s’abbassano, or rotano, or si drizzano
Or si arrestano di un tratto...
  Allor potevi udire
I fiati ansanti, e credere che a sceglier chi colpire
L’invisibile Fato fosse in mezzo indeciso.
— Tu fai sangue...
  — Tu menti!
  — Già la morte hai sul viso!
— Vecchio, son gioia e amore, e a te sembran la morte? —
Non avesse proferta l’ingiuria!
  Come sorte
Il boato che annuncia la rabbia del vulcano,
Dalle fauci del conte un urlo uscì...
  Di mano
Sfugge il ferro a Lionello che china il capo e cade.
Pur mentre il sonno eterno freddamente lo invade,
Non lo lascia la balda fierezza indifferente.
— Fu un bellissimo colpo, messer, dice il morente;
Se non fossi obbligato a partir, giuro a Dio!
Che darei mille scudi per impararlo anch’io. —
Poi con voce più fioca, riprese:
  — Alla malora!
Facciamo un po’ di bene, almen nell’ultima ora...


14

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Fiabe e leggende Emilio Praga.djvu{{padleft:109|3|0]]

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.