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L’ali cogli infallibili aliti suoi distende;
Ciò che cade disprezza il mar che all’alto tende:
Quando l’albero è infranto e sommersa è la stiva,
Li rifiuta e, sdegnoso, li rimanda alla riva;
E vi getta le perle e le conchiglie, e, chino
Come sul formidabile specchio del suo destino,
L’uom su quel glauco abisso, non sa, triste ed anelo,
S’esso mai non racchiuda più misteri che il cielo.
E il mar conosce l’uomo più che l’uom nol conosca;
Ond’è che dal profondo della sua valle fosca
È risospiuto il naufrago alla luce del sole.
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