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Ai meriggi, alto silenzio
Incumbea sulla riviera;
Se non era
Il cader di un frutto fracido
Che facea, nell’acqua immota,
Una nota — e nulla più.
I tramonti vi eran tragici;
Ombre orrende, incendii immani!
Draghi o nani
Somigliavano gli arbuscoli,
E i grandi alberi giganti
Inneggianti — a Belzebù.
Il viator che, a notte, rapido
Presso il parco transitava,
Palpitava;
Si sentìa sul viso battere
Come scosse l’aure dense
Da ali immense — di sparvier.
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