< Pagina:Fiabe e leggende Emilio Praga.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

ATTO UNICO - SCENA I. 163

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Fiabe e leggende Emilio Praga.djvu{{padleft:167|3|0]]

Vivo senza piaceri come senza terrori,
E ho perduto persino il segreto del pianto!
Oh! come, come trista è la Silvia!

( additando la città lontana)

  E frattanto,
Ecco Firenze!... Brilla come Diana in cielo.
E l’aura è così pura!... neppur l’ombra di un velo!
Forse, appoggiato all’umile davanzale fiorito,
Gli occhi erranti nell’estasi dell’azzurro infinito.
Un giovinetto, povero, timido, immacolato,
Cui, per caso, una volta, ho nella via guardato,
Sospira e pensa a me, non potendomi dire
Di un amor sterminato che indegna io son di udire!...
Colui tregua non speri!... non rifarà il cammino
Se al mio sentier fatale lo conduce il destino!...
Più a vivere infelice Silvia non sarà sola...
Nè userò di clemenza con lui — ne do parola!

ZANETTO (cantando in lontananza)

Giovinettina mia, siamo in april!
  Torna d’esiglio il sole.
  Tornano ai nidi i trilli e le carole...
  Volan da questi a quelle
  Piume di tortorelle!

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.