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36 fiabe e leggende

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Casse di sego, mucchi di corde e chiodi usati,
Arazzi e vecchi mobili ghermiti o sequestrati,
Bottiglie senza tappo, vecchi stocchi sguarniti,
Pelli e corna di buffalo e ermellini ammuffiti,
Libri venduti all’alba da un notaio balzano,
E la sera mutati in vetri di Murano;
Qui, ammonticchiati al prezzo di un bacio o di un ducato,
La gonna della vedova, l’assisa del soldato;
Qui un po’ di tutto e un tutto di niente, a sbalzi, a caso
Arraffato dall’ugna della miseria, e al naso
Della beffarda Usura, fior della fame, offerto!

Quanto agli appartamenti, per molti giorni incerto
Fu il novello padrone circa modum tenendi;
Eran tappezzerie, candelabri stupendi,
Tele piene del genio di seppelliti artisti.
Dei poveri antenati ambizïosi acquisti...
Rividero il sereno venduti al forastiero;
E quel giorno gli scheletri piansero in cimitero,
Gli scheletri obliati dei divini pittori,
Cui certo un dì non s’erano pagati che i colori.
Mentre l’Ebreo, felice dell’oro conquistato.
D’esserne debitore ai morti avea scordato,

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