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i tre amanti di bella 55

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Chine ai libri o alla mota, confitte ai capezzali,
Dal pianto affaticate, o róse dalla noia,
Guardaron tutte in cielo e risero di gioia.
L’uomo che si appiccava gettò la corda e, come
Chi, mentre altrove è assorto, sente chiamarsi a nome,
Alla finestra corse, cacciò la testa fuori,
Tra due piccoli vasi di sitibondi fiori,
E immobile restovvi.

  Di nubi accavallate
Scorrean cime e voragini, a trotto, a volo, a ondate,
E un passero, tranquillo sotto l’orrenda scena,
Lieto osservava i piccoli figli seduti a cena
Nel niduccio ravvolto alla vicina gronda;
E, se avesse cantato il caso di Ildegonda,
Di più soavi trilli non avrebbe guaito,
Tra i fumanti comignoli, la molle eco del sito.


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