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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Fingal poema epico di Ossian.pdf{{padleft:6|3|0]]Ossian a livello se non al di sopra di Omero. Arturo Young si espresse nel medesimo senso e, per orgoglio nazionale, tutti gl’Highlanders difesero il loro poeta gaelo contro gli sforzi d’una critica troppo chiaroveggente. Ma nella stessa Scozia, nelle terre basse, è vero, si levò un avversario più formidabile di Johnson, perchè meglio informato.
Malcolm Laing aggiunse al secondo volume della prima edizione della sua History of Scotland una dissertazione nella quale si sforzò di assodare mediante prove tolte dalla storia e dalla verosimiglianza, che i Poemi d’Ossian erano senza eccezione intieramente ipotetici. Egli ritornò all’assalto in una edizione di Ossian. Segnalò con un’erudizione ingegnosissima i plagi del preteso bardo gaelico. La Bibbia, i poeti greci, i poeti latini, i poeti inglesi furono messi a contribuzione da Macpherson per il suo mosaico celtico. Gli Highlanders non si diedero per vinti. L’Highland Society d’Edimburgo formò nel 1797 un comitato per aprire un’inchiesta sull’autenticità dei Poemi d’Ossian. La commissione, presieduta da Enrico Mackenzie, procedette con uno zelo coscienzioso e presentò nel 1805 il suo rapporto che concludeva coi quesiti e le risposte seguenti:
«Ha esistito anticamente nell’alta Scozia una poesia conosciuta sotto il nome di ossianica, e quale ne era il merito? La raccolta pubblicata da Macpherson è autentica? Sul primo punto la commissione risponde senza difficoltà che tale poesia ha esistito, ch’essa era generalmente sparsa, ch’essa aveva un carattere commovente e sublime. Sul secondo punto la commissione risponde essere difficile dare una risposta categorica. Essa dichiara però di aver raccolto del frammenti di poemi che contengono spesso la sostanza o talvolta quasi le espressioni medesime di passi contenuti nei poemi di cui Macpherson ha pubblicata in traduzione, ma nessun poema identico pel titolo e pel soggetto. Essa crede che questo scrittore avesse l’abitudine di riempire lacune, di collegare frammenti sparsi, inserire passi nuovi, di potare frasi, di addolcire incidenti, di forbire il linguaggio, infine di modificare ciò che gli sembrava troppo semplice o troppo rozzo per un orecchio moderno e di rialzare ciò che gli pareva inferiore all’ideale della poesia. La commissione soggiunge es-