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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Fingal poema epico di Ossian.pdf{{padleft:81|3|0]]nel canto antecedente, ben si scorge che non gli sarebbe riuscito discaro che Fingal si trovasse in pericolo di soccombere, per aver la gloria di dargli soccorso; ma la magnanimità di Fingal non conosce queste piccolezze; e la sua gloria è tanto grande, che non può discendere ad invidiar l'altrui.

(6) Gaulo non era che un capitano subalterno, come gli altri: ma Fingal l’avea creato suo luogotenente. Gli stessi suoi figli dovevano prestargli deferenza. Fingal con un discorso molto onorifico per Gaulo previene le gare di dignità, e non ispira se non quella d’una rispettosa emulazione. I suoi eroici conforti ai figli somigliano quel di Leonida a’ suoi Spartani: pranziamo lietamente, o compagni, che cenerem sotterra: se non che qui c’è un grado di tenerezza paterna.

(7) Il poeta artificiosamente fa che Fingal si allontani, acciocchè il suo ritorno riesca più magnifico, e faccia maggior impressione.

(8) Negli atti e nelle parole di Oscar è vivamente dipinto l’inebbriamento di un giovine, che pregusta il piacere della gloria, e che brama d’attuffarvisi senza ritegno. Pure anco l’amor figliale v’ha la sua parte, e sembra che egli preghi il padre a scostarsi, anche per allontanarlo dal pericolo che poteva sovrastargli.

(9) Com’è bella questa gara di morire tra padre e figlio! Euripide ce ne presenta un’altra alquanto diversa nella sua Alceste. Veggasi la scena tra Ferete e Admeto.

(10) Osservisi con che amabile semplicità Ossian tocca l'illibatezza della sua fedeltà conjugale.

(11) Questa è quasi la stessa descrizione che abbiam veduta nel canto I. Meno profusione, o un po’ più d’economia nelle descrizioni antecedenti l'avrebbe salvato dalla necessità di ripetersi. Io che non amo i commenti à la Dacier, mi fo un dovere non solo di non palliare, ma di neppur dissimulare i luoghi difettosi del mio autore. Ma questa obbiezione avrebbe assai mal garbo in bocca degli adoratori d’Omero, appresso di cui si trovano sì frequentemente ripetute non solo le descrizioni, ma i discorsi intieri.

(12) Fingal s’alza, ma non si dà fretta d’accorrere. Egli non vuol rapire a Gaulo l’onor di rimettersi. Troppa sollecitudine sarebbe stata un’offesa alla sua gelosa delicatezza su questo punto.

(13) La soverchia fidanza di questo eroe ci aveva preparati a questo colpo; nè dispiace molto al lettore di veder l’amabile Oscar vincitor da una parte, e il baldanzoso Gaulo umiliato dall’altra.

(14) Non pare che Fingal sia il Giove Statore, che arresta tutto in un punto i fuggitivi Romani? La vergogna

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