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VII.
Di Damocari.
(IV, 27, 19.)
PER UN RITRATTO DI SAFFO.
Essa natura artefice
A pinger la Pieride
Mitilenese ti scaltrì, pittore.
Sprizza dagli occhi un vivido fulgore,
Specchio fedel dell’agile
Possente fantasia.
La carne una spontanea, natia
Liscezza intatta, senza fuco, avviva
E scema del soperchio; e nella faccia
Tra umidetta e giuliva
La Poesia con Venere s’abbraccia.
VIII.
Di Pinito.
(III, 25, 63.)
L’ossa di Saffo accolgono
E il muto nome dell’avello i marmi;
I Sapïenti, gl’immortali carmi.
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