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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Frammenti (Saffo - Bustelli).djvu{{padleft:34|3|0]]cun poco Sparta, era norma la massima di Pericle in Tucidide (II, 45): — quella esser ottima donna che meno vada per le bocche degli uomini, così biasimata come lodata. — Ondechè le pudiche, vergini o spose, passavano oscure, inonorate, dimenticate: le chiudeva la casa, fatta prigione perpetua: gli studii e le discipline gentili solo armavano di tutto punto le impudiche; e alcune femmine greche antiche, costumate e dotte, abbile per eccezioni. Tanto può la forma dell’educare, qual ch’ella sia! Per le meretrici si formavano scuole governate dalle più esperte e addottrinate: quivi si imparavano ginnastica, danza e musica, ajuti possenti al mestiere; e quest’ultima, come il nome suona, abbracciava le arti tutte delle Muse; e pertanto ancora la filosofia. Delle varie filosofie le bagasce di Mileto e di Lesbo preferivano l’epicurea o la cinica: certo le più accordabili col mestiero. E le disoneste scuole fruttarono bagasce infinite, dell’arte espertissime e nel praticarla abilissime. Le più famose amavano, riamate, i più famosi de’ Greci; e potevano smisuratamente; infino a diventare alcuna volta arbitre della guerra e della pace, come d’Aspasia di Mileto fu, per cui s’accesero

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