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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Frammenti (Saffo - Bustelli).djvu{{padleft:40|3|0]]τῆς ἐρωμένης ἐπιφανείσης (Vedi ancora il Pearce, Note a Longino, e il Saint-Marc, Commentatore del Boileau). Agli accusatori non vorrebbe credere il Barthélemy, perchè scrissero molto dopo l’età saffica: ma, senza che questi potettero attingere le accuse da scrittori passati, tolti a noi dal tempo, bene al Barthélemy rispose il Deschanel: - di ciò solamente inferirsi che il reo costume, disteso all’età di Saffo dappertutto, non era notato, nè ripreso. - Ai secoli impudenti sogliono succedere i secoli ipocriti, che santamente infiorano la putredine.
VIII. — A stornarla dagli studii sopravvenne l’esiglio ch’ella prese da Mitilene, come abbiamo dai Marmi di Paro (Epoca 37, da raffrontare con Ovidio, Eroid., XV, 52): dove non rimane traccia dell’anno cancellato dal tempo; che i dotti conghietturando supplirono. Quell’anno, secondo il Müller, si vuol collocare tra l’Olimp. XLIV,1, e l’Olimp. XLVII,2: verso l’Olimp. XLVI, A.C. 596, par ch’esulasse la Nostra, nella più rigogliosa età sua. Nè anche accennano i Marmi il perchè dell’esiglio: bensì, ponendosi fuggita, non partita, Saffo, pensano il Barthélemy (Anacarsi, Suppl., III) e il Visconti, ch’ella evesse partecipato