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Di passeri leggiadra
  Celere coppia, l’adra
  Terra, quaggiù menandoti, dall’alto,
  Aleggiando agilissima radea,
  15Per mezzo l’aere; e subito giungea.
Tu, beata, del volto
  Immortale a me volto
  Il celeste sorriso, onde, chiedevi,
  Onde il dolor per ch’io mi trangosciai,
  20E qual fosse cagion ch’io ti chiamai.
Come il profondo mio
  Furïoso desio
  Meglio a me piaccia racquetar, per quale
  Nuova facondia o laccio altro d’amore:
  25— Chi, Saffo mia, chi ti martella il core?
Fugge or da te costui?
  Fra poco i passi tui
  Seguiterà; rifiuta ora i tuoi doni?
  Darágli esso medesimo; e’ non t’ama ora?
  30T’amerà presto, al tuo dispetto ancora. —
Torna a me di presente:
  Sana la sanguinente
  Ferita mia: quanto il desir domanda
  Che tu compia per me, compiere imprendi;
  35E tu medesima a pugnar meco scendi.

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