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XXXI.
(Dallo stesso, p. 41.)
Vo’ che Menon leggiadro alcun qui chiami,
Se piaccia a voi che del convito io goda.
«Non è però affatto certo che questi versi appartengono a Saffo.» Müller.
XXXII.
(Dallo stesso, p. 41.)
A che, sposo diletto,
Te drittamente agguaglierò? T’agguaglio,
Sopra ogni cosa, a stelo graciletto.
«Questo e i XLVI, XLVIII, LX, LXII, LXV, LXIX, LXXIV, CI, CII, sembrano frammenti d’Epitalamii.»
XXXIII.
(Dallo Scoliaste di Teocrito, 11, 39.)
Spunta dal ramo estremo il dolce pomo.
XXXIV.
(Dallo Scoliaste di Sofocle, Elettra, 149.)
L’usignoletta la soave nota
Gorgheggia a nunzïar la primavera.
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