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LXI.

(Dallo stesso, p. 103.)


D’un color dolce, somigliante a miele,
Si dipignea la grazïosa faccia.


Il testo ha μελλίχροος: ma perchè color di miele mi riesciva, in italiano ed oggi, una goffaggine, temperai la frase. Vedi a questo luogo le citazioni greche di Giovan Cristiano Wolf, pag. 236. Certo epigramma greco anonimo, tradotto da Vincenzo Monti, ha per soave l’odor del vino.


PIU’ FEDELMENTE


Biondo l’amabil viso un color pinge.


LXII.

(Da Dionigi d’Alicarnasso, Della collocazione delle parole, 25.)


Sposo, or non v’ha fanciulla altra cotale.


LXIII.

(Da Ateneo, II.)


Aurei ceci sbocciavano dai lidi.

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