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Fascio Secondo. 117

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  V’amerò, bench’Esopo,
  V’accoglierò benche in brutezza un Mostro,
  Quell’Oroscopo vostro
  Vi significa sol, che l’Oro io scopo:
  Anzi in prova vi mostro,
  Che ne’ termini errate,
  Se in me Trino di Venere trovate:
  Perch’in vece di Trino
  Vuol la Venere mia sempre il Quattrino.
Se quattrin non mi date,
  Prego il Ciel, quanto posso.
  C’habbiate un dì mezo Zodiaco adosso.
  Prego habbiate nel petto un Sagittario
  E ne gli occhi un Aquario.
  Che per Donna infedele habbiate un giorno.
  Di dentro i Pesci, e fuora il Capricorno
  E per fin de’ guadagni
  Leone, al fianco, e ’l Cancro, che vi magni.

Già che si favella di Femine, e di venali, dirò anch’io, disse Rorazalfe, quel che motteggiò una volta un Drudo Poeta.

Contra certa Donnicciuola, che ricercato haveva l’Amante d’una Veste di velluto, e soleva spesso rapirgli qualche Anello, che gli adocchiava in dito.
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