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154 Delle Frascherie

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Momarte.


E non sanno le sconce Creature,
  Ch’al Privilegio de la Nobiltade
  Sempre i costumi rei fan cassature?
A Nobiltà senza Valore accade,
  Quel che sempre accader suol à la vite,
  Che s’Olmo non la regge à terra cade.
Negar già non poss’io, che riverite
  Com’Idoli, non sian patritie genti,
  Mà son gl’Idoli poi pietre stordite.
Chi è più nobil de’ Numi? E pur tu menti,
  Nason, gli honor del sangue lor divino
  Perch’hanno i numi tuoi furbi i talenti.
Cavalier senza garbo è contadino,
  Senza valor Cavallo, ancorche nato
  Sia da Thessala razza, e Vetturino.
Nel Patritio ch’è infame, è terminato
  L’honor del sangue: e per contrario poi
  Nel plebeo c’hà virtudi è incominciato.
E qual è quel melenso hoggi fra noi,
  Che più non prezzi un Seneca Pedante
  Che ’l sangue di Nerone, e i fasti suoi?
E qual’hoggi è Colui, che trar si vante
  Le paterne Virtù da i semi à i Rami?
  Virtù vien da colture, e non da piante.
Non diviser le Parche i nostri stami,
  Fu invention de i Potenti, accioche ’n essi
  Sian de gli error le Nobiltà velami.
Di materia distinta i corpi, e i sessi
  Non fè Prometheo, anzi, che i limi suoi
  Furon per Piatti, e cantari gli stessi.

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