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IL PEGASINO


SATIRA.


S
Opra il Groppon d’un Asinin Pegaso

  Giunser l’altr’hier con rimenate some
  Certe bestie Poetiche in Parnaso.
Febo pregai, che m’accennasse, come
  Si chiamavan costor, ma disse irato,
  Non sai tù, che non han gli Asini il nome?
Sembran questi un somar, c’habbia inchinato
  Il Capo al rio, ch’apena poi vi tiene
  L’ombroso labro suo l’orlo ammollato.
Nessun di lor ne le Castalie vene
  S’è tuffato giamai; ma bevon solo
  Col preputio di un labro in Hippocrene.
Tutti in luce di Stampe amano il volo,
  Per non parer a l’Asina simili,
  Ch’ama ne’ parti suoi l’ombre di un suolo:
Fondan l’honor de gl’Hiperbolei stili
  Ne’ versi molti, e veramente suole
  Contar il pover huom bestie in ovili.
Bagnar dentro il Ruscelli ogn’uno vuole
  Le sue rime Stivali, e nel viaggio
  L’Elucidario sol serve di sole.
Vanta la frase lor, vanta il linguaggio
  Bombardante fragor, turgido bombo,
  Voci sesquipedal, tuoni di Maggio.

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