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186 Delle frascherie

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E quì concludon de’ moderni i Testi,
  Che mancano à i Poeti i Mecenati,
  Ma non mancano i Piladi à gli Oresti.
Narra un dotto però, fra i più lodati,
  Che la prima Pazzia nacque da’ Numi
  Perchè fatuo in latin nome hà da’ Fati.
Febo fu il primo pazzo egli i costumi
  Mostrò primier d’infuriato Amante,
  Quando in Dafne corrivi hebbe i suoi lumi.
Dopo il diluvio il Sol le pazze piante
  Mover s’udì, perc’havea d’oro il raggio
  Al ratto altier d’un feminil sembiante.
Così d’Amor dentro il focoso oltraggio
  Fù la prima stoltezza, e ’l Sol che crea
  N’accese poi tutto l’human legnaggio.
De la prima Follia, qual da una Idea,
  Naquer ne l’huom molti insensati istinti,
  Che non van le Pazzie tutte à livrea.
Da radice cotal nacquer distinti
  Nel tronco d’un cervel rami di mali,
  Morbi, usanze, delitti, e laberinti.
Per accennar le pazze Usanze, e quali
  Più ridicole mai s’udir di queste
  Nate per non morir, mance natali?
Sorelle son di Saturnali feste,
  Ch’anco in Decembre il Popol di Quirino
  Serve de’ piedi suoi facea le teste.
A le mance volgar, disse un Latino,
  Diè nome un Huom, che in maneggiar l’Impero
  Di Roma, riuscì molto mancino.

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