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192 Delle Frascherie

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Sentir gran freddo, e sberrettare un Carro
  Di Cavalier, che passano per via;
  E pigliar per creanza un buon cattarro.
Nel gir per strada, pretender ch’io dia
  Precedenza di Muro à le persone,
  Mentr’è d’altri la Casa; non la mia.
Nè ponderar, che questa conditione
  Di preso muro il Passaggier non merta
  Mentre d’huomo, che piscia, è pretensione.
Non esser noto, & anhelar l’offerta
  D’un Signor Illustrissimo sul Piego;
  E ’l Titolo voler, sù la coperta.
Farei distintion sopra il sussiego,
  Coperta à un Pazzo, concedo, a un oscuro
  Assegnar l’Illustrissimo lo nego.
Senza mai studiar tempo futuro
  Goder tempo presente, e solo amare
  Con l’optativo i modi d’Epicuro.
Fra l’infinito al verbo consumare,
  E non saper, che si Declina il mondo,
  Quando non v’è da ber, nè da magnare
Tutto haver ne’ piacer l’animo immondo:
  Nè ponderar, che in dolce humor di sciamo
  S’attinge un dito, e non si tuffa al fondo.
Emular per honor Cabbalo infame
  Entro un lusso ghiotton, ch’oro disperde
  Nel gusto altier d’ambitiosa fame.
Nè saper, ch’ogni cibo al fin si perde
  Dentro i Letami; e s’ha da Rege i fasti
  Il Rege è quel, che si chiamava Smerde.

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