< Pagina:Frascherie.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

Fascio Terzo. 219

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Frascherie.djvu{{padleft:219|3|0]]

Frà diverse mutanze io ben non sò,
  S’egli è Mortaio, ò fà ’l Pistone à me.
  S’io son Pistone, ò pisto me ne vò.
Un beneficio sol fammi il suo piè:
  Che per lungo agitarmi in sù, e in giù,
  Ne lo stomaco mio flemma non è.
Ma se in corpo la flemma io non ho più,
  La bile, il bell’humor sempre ricorda:
  Nè frà Zara peggiore il mio Cor fù.
Equo è in latin; mà d’equità si scorda,
  È destriero in volgar mà non è destro
  Parente a Brigliador Briglia hà di corda
Se ’l punzecchia tal’hor la mosca, ò l’estro,
  Non temendo la man che lo ripiglia,
  Con coda di Scolar sferza il Maestro
Non val prego d’Amor, forza di briglia
  Se nel diletto mio, ch’è transitorio,
  Un retrogrado Granchio il piè gli piglia
A Letargo di sen Vessicatorio
  Non giova mai di sanguinario Sprone,
  E Collirio di Frusta è frustatorio.
S’a la Rota de l’Olio un Issione
  Ei fusse mai, Demostene Lucerne
  Havrian per lucubrar, tarda l’untione
Se in lui Satan da le spelonche inferne
  Venisse, assalteria tardi ogn’Infermo
  Di reggie Torri, e di plebee Taverne.
Io s’hò da dire quel che mi sembra, affermo
  Ch’egli è Fratel de Romanzier moderni
  Ch’ogni quattro parole han punto fermo.
Terni punti non ha, mà punti esterni,
  Non varca stilla in rio, che non vi stalli,
  Non s’intaverna, che non s’incaverni.

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.