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Fascio Terzo. 225

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Questa un cert’Olio torbido condiva,
  Che s’era Oliva, ò nò, stetti dubbioso;
  Ma poi sentì che veramente oliva.
Comparve poi certo Cibreo brodoso,
  Dove il Sal, dove il Fumo ivan del paro
  Perch’ogn’huomo, c’hà Sal, sempr’è fumoso.
Tutt’i segni del grasso in fumo andaro:
  E ’l brodo suo potea servir di specchio.
  Che se ben fumo havea, tutto era chiaro.
Poscia un Pollo adornò l’alto apparecchio
  Ma ben tosto conobbi à l’imbroccare,
  Ch’era morto di nuovo, et era vecchio
Era più duro assai de l’aspettare:
  E volendol tener per vittovaglia,
  Mai nol potei teneramente amare.
Quindi imparai, quanto esser tristo vaglia,
  Per non cader de la giustitia in mano:
  S’à un tristo anch’io non potei far la taglia.
Certo arrostetto in stil da Cortegiano
  Comparve poi: ma mentre io fea da Boia
  Trovai ne l’inforcar sangue Troiano
Onde gli occhi m’empiè di cruda noia
  Crudo boccon; perche parea gran cosa,
  Che non fusse abbruggiato, e fusse Troia.
Basta però, che in arrabbiata prosa,
  Pria d’accostar legge Manilia al gozzo
  Far volsi in Verre un’Oration famosa
principio di mensa in Mezo sozzo
  Venne un putente vin, più che potente
  A l’armonia d’un Strozzator singhiozzo.

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