< Pagina:Frascherie.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.
264 Delle Frascherie

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Frascherie.djvu{{padleft:264|3|0]]

  Quì compendio d’un Horto empia la panza:
  Quì discorso d’un Rio bevean le labra,
  E quì solea propagator Vassallo
  Tributi dar di Pollutioni un Gallo.

Del selvaggio Tugurio havean governi
  Baucide, e Philemon d’anni già grevi,
  Pondo di Povertà regeano alterni:
  un bel soffrir tutt’i dolor fà lievi.
  Vissero Amanti a Primavere, a Verni,
  Finche un fior giovenil cadde le nevi,
  E fatta poi l’accorta Età men scaltra,
  De l’un Impero era un servaggio à l’altra.

Congiunti eran così che ne’ conviti
  Sì congiunti non son le mense à i Sali:
  Se non quanto frà lor da gli appetiti
  Facean divorzi i fomiti carnali,
  Due sarmenti parean di secche viti,
  Pazzi parean d’infracidati pali,
  Poco à pranso magnavano, mà quasi
  Sempre traean la colation sù i nasi.

Non si sapeva, se più consumate
  Havessero le membra ò ’l Matrimonio,
  Si sa ben che più antica havean l’Etate
  Ch’anticaglie non hà scritte il ...
  Si ricordavan quando erano nate
  Le gambe Serpentine ad Erittonio,
  Anzi, c’havean disse un Notaio in Cirra
  Da la Casa Sassonia Ava una Pirra.


    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.