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Fascio Primo. 29

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A la sete comun furano i rivi.
  Ma, se torce Aprile il piede,
  Tosto riede,
  A rotar di poche Lune;
  Se di morte armi importune
  Troncan al miser huom l’Alma e la Pace
  Torna polve, ombra resta, un nulla giace.
Parte il Luglio, e già s’infrondano
  Secchi arbusti,
  Prasti adusti,
  Piaggie nove homai fecondano;
  Ecco abbonda
  Di bei pomi il curvo legno;
  E di prole hor nera, hor bionda
  Già la sposa de l’Olmo il seno hà pregno.
  Mà, se torce un Luglio il piede,
  Tosto riede,
  Al rotar di poche Lune;
  Se di Morte armi importune
  Troncan al miser huom l’Alma, e la Pace
  Torna polve, ombra resta, un nulla giace.
Parte Autunno, e ‘l giorno adombrano
  Nubi grevi,
  Sparge nevi
  L’erte cime a’ monti ingombrano:
  Ecco fende
  Tronchi alpini Africo fosco,
  E se il foco i tronchi accende,
  Del Verno reo vendicatore è il Bosco.
  Mà, se torce Autunno il piede,
  Tosto riede,

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