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48 Delle Frascherie

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  Il Coppier Giovial l’ale sommerga.
Una fame gravosa in messe lieve,
  Tiranneggi i mortali, e sia di state,
  Con penuria di Vin coppia di Neve.
Sian d’influssi pestiferi ammorbate
  Le Cune d’Asia; e sian da Morte al fine
  Co i parti feminil Tombe impregnate.
Non degg’io lagrimar l’altrui ruine,
  Pur che ’l Cielo da mè colpi allontani,
  Le fuggite letitie havrò vicine.
Qual di Strimonie Grù l’alate mani
  Scrivon lettre ne l’aria, all’hor che vanno
  Ad intimar pendula guerra à i Nani.
Tal sù i Campi de l’Asia à nostro danno
  S’intimin guerre, e de Campion schierati
  Tendano i Corni un honorato inganno
S’intoni ancor da gli Avversari armati
  L’horrida mischia, e le sonore Trombe,
  Il foco martial soffin coi fiati.
Fra la Sorte, e ’l coraggio il suon rimbombe
  D’alterne morti, e a le cadute schiere
  Neghin crudi Guerrier pace di tombe.
Trionfante ardimento alzi bandiere,
  E ’n città minacciata i ricchi Dari
  Temano i giorni, e i Menelai le sere.
Contro irate incursion neghi i ripari,
  Natura, e ’l Ciel provino il buono, e ’l reo,
  Fochi Senoni, e Mariani acciari.
Pugni anco un Giove, e se da Inferno Etneo
  Ergon scale sù l’Etra Alme Giganti,
  Faccian tomboli poi di Capaneo.

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