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Fascio Primo. 71

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Forbici sfacendate havea la Parca,
  Nè traheva Caronte alle sue rive
  Reggimenti di spirti in sù la barca.
Processi non facea d’opre furtive
  Eaco sù i Reggi, onde vestia l’Inferno
  Senza i lavor penosi ombre festive.
Altra natura hà il secolo moderno,
  Sol frà l’ire del ferro è l’amor d’oro,
  Sol di sangue là giù nero è il quinterno.
Sol co’ furti sostiensi hoggi il decoro,
  Che meglio è il dir, de l’altrui robba io vivo
  Che ’l dir altrui, senza mia robba io moro.
Vanti pur con beltà sangue atrattivo
  Frine trà i Greci suoi, d’oro il sembiante
  Più di Frine hoggidì volto hà lascivo.
Di man d’ingegno education cotante,
  Dal nascer del Bigatto al far calzette
  Non posa mai l’Italian Mercante.
Quanti in vivande, in habiti, in ricette;
  Perch’habbia il figlio suo scola di culto
  Scolamenti di borsa un Padre mette.
E pur l’affretta al tumulo un tumulto;
  E per belliche vie movendo l’orma,
  Stima la sera il suo meriggio adulto.
Porge al Fanciullo il Precettor la norma
  Per trarlo da le man d’un Ignoranza,
  Che prima del saper l’Anime informa.
Mà in pochissimi dì torna à vacanza;
  Che ’l voto Padre suo pensa che sia
  L’empir la testa, un crapular di panza.
Son le lettere in noi Pedanteria,
  Beffe di Corte, e morbo de le menti,
  Fatiche da poltron, mal di pazzia.

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