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226 libro quarto

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Galiani, Ferdinando – Della moneta, 1915 – BEIC 1825718.djvu{{padleft:232|3|0]] da lui. Intanto, perché un errore preso da’ poeti è sempre contagioso, da tutti è oggi la favola di Mida narrata ed applaudita. Sarebbe però tal cosa condonabile, se non si vedessero questi stessi uomini esultare quando conoscono entrare la moneta in un paese, rattristarsi quando esce, non ricordevoli più di quanto l’han disprezzata. Sarà perciò utile ch’io dimostri qui essere la conservazione della società l’unico bene; doversi procacciare e custodire una competente quantità di moneta, perché al bene della società conferisce: ma l’accrescerla sempre, esser dannoso; anzi doversi pazientemente lasciare uscire, quando è per salute o per comodo de’ possessori suoi. Infine convenire al principe l’amare non la molta moneta, ma il suo moto veloce, regolato e ben distribuito.

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